Un abbraccio ci salverà

NOVEMBRE 2020 Spigolature a cura di Livio Carati

 Rinascerò, Rinascerai è il titolo dell’ultima canzone scritta da Stefano d’Orazio con Roby Facchinetti, dei Pooh, dedicata alla città di Bergamo messa in ginocchio per la pandemia nello scorso Marzo. Nel testo della canzone la frase Rinascerò, Rinascerai abbracciato da cieli grandi torneremo a fidarci di Dio, appare allo stesso tempo come un messaggio di fede e di speranza per il futuro ma, a mio avviso, esprime anche un desiderio di tenerezza e la sofferenza per le carezze e gli abbracci mancati. E’ su questi aspetti, in particolare che, in questo nuovo contributo alla nostra rubrica, vorrei soffermarmi. La crescente preoccupazione con la quale tutti noi, e il mondo intero, stiamo vivendo questo difficile momento, suggerisce una riflessione su una condizione che questa seconda ondata di contagi rischia di peggiorare in modo drammatico. Mi riferisco alla ansia, alla solitudine e alla depressione che interessa un numero sempre maggiore di persone. L’OMS ritiene che l’emergenza Coronavirus abbia effetti anche sulla salute mentale. L’aumento dei sintomi depressivi nella popolazione è legato alla concomitanza di più fattori di rischio quali la paura del contagio, il distanziamento fisico, cui si aggiunge la solitudine e la depressione causata dai lutti e dalla crescente crisi economica la cui conseguenza, per molti, è la riduzione del reddito fino alla perdita del posto di lavoro. Questi segnali psicologici lasciano una traccia sulla salute mentale come dimostra anche l’aumentato ricorso agli antidepressivi, per non parlare dell’aumento di suicidi. A riprova di questo, i dati dell’Associazione degli Psichiatri Italiani rilevano che da marzo a settembre si sono registrati 71 suicidi e 44 tentati suicidi presumibilmente correlati alla situazione che sta vivendo il ns paese. Questo fenomeno riguarda in particolare gli anziani e quelle persone che, per motivi di salute o altre situazioni di difficoltà, già vivevano una condizione di solitudine. Le recenti disposizioni governative, se da un lato sono finalizzate ad aumentare la protezione individuale dal contagio e a ridurre il rischio della sua diffusione, dall’altro riducono drasticamente la possibilità di condividere momenti di aggregazione, di socializzazione e di incontro a volte persino nell’ambito familiare. Fino a ieri gesti semplici e spontanei come una stretta di mano, una carezza o un abbraccio erano una manifestazione normale e non eravamo consapevoli di quanto fosse importante per il nostro equilibrio psichico. A questo proposito ci viene incontro anche la scienza. Sono innumerevoli gli effetti positivi generati dal contatto fisico e dallo scambio di abbracci fra le persone : calore, conforto, intimità, interazione e benessere. Secondo la psicoterapeuta statunitense Virginia Satir : ”…ci servono 4 abbracci al giorno per sopravvivere, 8 per mantenerci in salute e 12 per crescere” . L’abbraccio risveglia sentimenti arcaici, dal primo contatto materno, al caldo accoglimento durante l’allattamento, al calore della pelle di un intimo abbraccio. Tutte queste sensazioni ed emozioni si rinnovano quando ci abbracciamo. Non a caso negli Stati Uniti dagli anni ’80 si è diffusa la Hug Therapy, o Terapia dell’abbraccio, che, attraverso l’abbraccio, cerca di eliminare ansia e stress. A conferma dell’importanza di questo fattore, anche in alcuni centri in Italia in cui vengono ospitati i pazienti COVID-19, soprattutto anziani, sono state di recente allestite le “Stanze degli abbracci. Sono ambienti chiusi e protetti nei quali è possibile non solo vedere, ma anche scambiarsi carezze e abbracci consolatori con i propri cari, alleviando il dolore della solitudine e del distacco spesso definitivo dalle persone amate. Vediamo allora i principali motivi per cui, secondo recenti ricerche scientifiche di neuropsicologia, abbracciarsi non è solo è piacevole , ma è anche terapeutico

  1. L’abbraccio stimola l’Ossitocina, il neurormone della intimità e dell’affettività, che procura un senso di appagamento e di appartenenza; ha un potente effetto antistress e sembra che aiuti le donne a sopportare meglio i dolori del parto perché possano riversare tutto l’amore di cui sono capaci sul figlio appena nato.
  2. L’abbraccio stimola la Dopamina che nel cervello regola molte importanti funzioni tra cui quella di migliorare il sonno, l’attenzione e il tono dell’umore
  3. L’abbraccio stimola la pazienza, consentendoci di prendere il tempo necessario per conoscere l’altro. Abbracciarsi è anche la forma più semplice per dimostrare apprezzamento e riconoscimento della vicinanza emotiva e dell’empatia verso chi ci sta accanto.
  4. L’abbraccio stimola la ghiandola del Timo che permette di rafforzare il sistema immunitario. La leggera pressione e la forza emotiva dell’abbraccio attivano un’area localizzata tra lo stomaco e il diaframma dove, secondo la filosofia Yoga, è localizzato il “Chakra del Plesso Solare” sede delle emozioni e della capacità di padroneggiarle.
  5. L’abbraccio negli adulti aumenta l’Autostima. Il contatto fisico è importantissimo anche nella prima fase dello sviluppo dei bambini, come durante la loro crescita. L’abbraccio li fa sentire accolti, protetti e amati.
  6. L’abbraccio infine è l’essenza della comunicazione non verbale: questo gesto semplice e naturale è il modo più diretto e chiaro per            esprimere quello che stiamo provando nei confronti di qualcuno.

Ecco perché questo Coronavirus è anche il virus della Solitudine e questa Pandemia è anche e una malattia dell’anima. Ma, malgrado le limitazioni e le precauzioni da tenere, anche se per ora non possiamo condividere e scambiarci abbracci come desideriamo, non restiamo isolati!. Teniamo accesi tutti i possibili canali di comunicazione, dal telefono, alle videochiamate, partecipiamo alle tante iniziative di aggregazione in rete e sui social, etc. e non molliamo, resistiamo, perché non sappiamo ancora quando, ma sicuramente usciremo anche da questa “quarantena delle emozioni e degli affetti” e torneremo a “nutrirci” degli abbracci di tutti quelli che amiamo.

Livio Carati