COVID-19 – allentamento delle misure restrittive e nuove possibilità di terapia

Maggio 2022                    SPIGOLATURE             A cura di Livio Carati

Dal monitoraggio settimanale  sull’andamento del Covid-19, nel nostro paese (report 18-24 aprile 2022) la situazione   appare  sostanzialmente stabile .  In particolare, da una rapida lettura dei numeri nel periodo di riferimento, si rileva che l’incidenza è di 699 casi su 100mila abitanti, cioè meno di un nuovo contagio ogni 100 abitanti, l’Rt, che indica come varia la contagiosità e quindi l’efficacia degli interventi messi in atto, è 0.93, al di sotto del valore di allerta pari a 1, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica si attesta al 15,6% e in terapia intensiva al 3,8%. Alla luce di questi dati, la commissione competente della Camera dei Deputati ha decretato la “fine stato di emergenza”. Successivamente il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che regolamenta l’uso delle mascherine al chiuso. In sintesi resta l’obbligo di utilizzare le mascherine FFp2 su tutti i mezzi impiegati nel trasporto pubblico, compresi gli aerei, le navi e i treni; stesso obbligo vale per i cinema, le discoteche e i locali destinati agli spettacoli teatrali, e agli eventi sportivi che si svolgono al chiuso. È inoltre obbligatorio indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, sociosanitarie, etc. L’uso della mascherina è anche obbligatorio per i bambini sopra i 6 anni di età quando sono in classe. È infine raccomandato indossare ancora le mascherine in tutti i luoghi al chiuso, pubblici o aperti al pubblico, come bar, ristoranti, etc.  Per quanto riguarda infine il Green Pass: dal 1° maggio 2022 si potrà andare ovunque, tranne che nelle strutture sanitarie, senza doverlo mostrare. Queste disposizioni sono vigenti dal 1° maggio 2022 fino alla data del 15 giugno 2022. Ma, nonostante il graduale allentamento delle regole e delle misure restrittive in atto decise dalla politica, nel nostro paese, come in molte parti del mondo, dal punto di vista sanitario la situazione correlata a COVID-19 non è ancora sufficientemente stabilizzata.   È sicuramente vero che la conoscenza della struttura del virus SARS-CoV-2 e della patogenesi della malattia hanno offerto la possibilità di realizzare vaccini efficaci, di individuare percorsi terapeutici e di mettere in atto programmi di sorveglianza che hanno consentito di affrontare la pandemia. Non tutti i problemi tuttavia, hanno trovato una soluzione e alcuni punti risultano ancora non completamente chiariti. Un elemento che ha sicuramente un impatto sul controllo della pandemia è l’emergere di varianti del virus che interessano le mutazioni della proteina spike. Queste potrebbero aumentare la trasmissione virale e la possibilità di reinfezioni e ridurre quindi la protezione offerta dai vaccini e dagli anticorpi neutralizzanti. In questo senso l’ultima delle varianti fino ad oggi identificate, la Omicron, attualmente in circolazione nel nostro Paese, dove il 7 marzo scorso aveva una prevalenza stimata del 99,9%, desta particolari dubbi. L’elevato numero di mutazioni, sono oltre trenta le mutazioni presenti, induce gli esperti a temere una possibile resistenza di questa variante ai vaccini attuali. Di fatto, il verificarsi di nuove ondate epidemiche nel corso degli ultimi mesi, nonostante la buona copertura vaccinale raggiunta, 84,1% dell’intera popolazione, suggerisce che il solo ricorso ai vaccini non sia più sufficiente a controllare la diffusione del virus. Oltre a procedere possibilmente alla vaccinazione dei quasi 7 milioni di cittadini che non hanno ricevuto alcuna dose, è dunque fondamentale anche la possibilità di disporre di farmaci antivirali attivi nei confronti del SARS-CoV-2 utilizzabili già nelle fasi precoci dell’infezione. È un’esigenza di cui tengono conto anche le più recenti indicazioni ministeriali per la gestione domiciliare dei pazienti con COVID-19, aggiornate dopo che anche in Italia sono diventati disponibili i nuovi farmaci antivirali orali. Accanto alle indicazioni generali per una corretta gestione dei pazienti, a partire dal monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche e del ricorso alle terapie sintomatiche, l’ultimo aggiornamento della circolare ministeriale ribadisce infatti come le terapie con farmaci antivirali siano indicate anche nei pazienti con COVID-19 lieve o moderato di recente insorgenza, non ospedalizzati e non in ossigenoterapia, che presentino fattori di rischio per lo sviluppo di forme gravi di malattia. I dati clinici attualmente disponibili confermano infatti la significativa riduzione dei ricoveri e dei decessi nei pazienti a rischio trattati con farmaci antivirali orali , purché somministrati entro il quinto giorno dall’insorgenza dei sintomi. Particolarmente significativi in questo senso sono i risultati di uno studio clinico (randomizzato in doppio cieco) in cui sono stati reclutati pazienti con diagnosi di COVID-19 non ospedalizzati che presentavano un aumentato rischio di progressione severa della malattia.  Lo studio conferma come la terapia antivirale orale consenta di ridurre dell’89% il rischio di ricoveri o decessi. Armi efficaci che vengono ad affiancare il vaccino dunque esistono, si tratta di impiegarle nel miglior modo possibile, senza dimenticare però che l’uso delle mascherine è in grado di garantire una protezione aggiuntiva anche in quelle condizioni in cui non è più obbligatorio. Io continuerò ad usarla… e tu ?.