Il Riscaldamento Globale e il rischio della Sesta Estinzione

Settembre 2022      SPIGOLATURE       cura di Livio Carati

 

 

Dopo la lunga pausa estiva, riprendiamo la nostra rubrica con un tema di urgente attualità per l’Italia e per il mondo intero: il Riscaldamento Globale e i suoi effetti sulla terra e i suoi abitanti. Anche quest’anno le cronache estive sono state occupate dalle notizie di incendi devastanti, siccità, ma anche di improvvise trombe d’aria, “bombe d’acqua” con il loro carico doloroso di perdita di vite umane e di danni ambientali che solo il tempo riuscirà in parte a sanare. Ma, come al solito, una volta spenti gli incendi, calmate le acque e ripulite le strade dai detriti, insomma passata l’emergenza, si tornerà a parlare e ad occuparsi di altro in attesa che nuovi eventi, ormai prevedibili, facciano tornare a gridare ancora all’ emergenza. Gli eventi cui abbiamo accennato sono e saranno sempre più una caratteristica costante nelle nostre regioni, con l’aggravante che in Italia il dissesto idrogeologico e il degrado ambientale, che riguardano circa l’80 % della sua superfice, ne amplificano i danni. Questa volta, è necessario però che, al di là della particolare situazione ambientale del nostro paese, le nostre istituzioni prendano finalmente sul serio le raccomandazioni e l’allarme che viene con sempre maggiore insistenza dagli organismi internazionali, cui pure l’Italia partecipa. Parliamo di quello che viene definito “Global Warming”, cioè Riscaldamento Globale. Cercheremo di capirne le cause e come questi fenomeni sono collegati tra loro. Una delle principali cause è il cambiamento in atto del clima terrestre globale a causa dell’emissione ormai incontrollata di anidride carbonica (CO2). Questo gas è prodotto principalmente, ma non esclusivamente, dalle attività umane, cioè dai gas emessi dalle attività industriali e dalla combustione dei carburanti fossili, gas e petrolio. Altra importante fonte di gas sono le attività agricole, in particolare gli allevamenti intensivi, che contribuiscono con il gas Metano (CH4) per un 24% alle emissioni di gas e al riscaldamento globale. L’origine di questo aumento incontrollato di gas nell’atmosfera degli ultimi decenni, è dovuto al fatto che, allo sviluppo della società industriale, in atto nell’emisfero occidentale dalla metà del ‘800, a partire dalla metà dello scorso secolo si è aggiunta prima la ricostruzione industriale del dopoguerra e, più recentemente, la corsa all’industrializzazione da parte delle economie a rapida crescita della Cina e dell’India in particolare. Per capire quale è la relazione tra l’emissione di gas, in particolare Anidride Carbonica e Metano, le drammatiche e improvvise manifestazioni atmosferiche cui abbiamo accennato sopra e il Riscaldamento Globale, dobbiamo fare alcune premesse.  La temperatura dell’atmosfera sulla terra è regolata da un delicato equilibrio tra la quantità di radiazioni termiche che arrivano dal Sole, la quantità di radiazioni che vengono assorbite dalla superficie terrestre e quelle che vengono riflesse nello spazio attraverso i vari strati di gas che circondano la terra (definiti Gas Serra perché, come in una serra, mantengono costante la temperatura interna al sistema). Per milioni di anni questo equilibrio è stato regolato naturalmente, in modo che la temperatura media si mantenesse intorno ai 14° 15° C.   Con l’aumentata emissione di questi gas, in particolare di anidride carbonica, è aumentata nell’atmosfera terrestre la sua concentrazione (la CO2 attualmente ha superato il valore soglia di 400 parti per milione) con il risultato della creazione di un “effetto scudo” nei confronti delle radiazioni termiche dei raggi solari che, invece di essere riflesse nello spazio, vengono trattenute negli strati più bassi dell’atmosfera (v. Figura 1). La conseguenza inevitabile è un aumento della temperatura media. Basti pensare che dall’inizio dell’era industriale la temperatura media è aumentata di almeno 1,0 – 1,2 gradi a seconda delle zone. Questo fenomeno è noto come aumento dell’Effetto Serra. L’innalzamento della temperatura è un fenomeno che nella storia della terra si è verificato molte volte, in relazione   a fenomeni geologici di varia natura, quali ad esempio, eruzioni vulcaniche, oscillazione dell’asse terrestre, caduta di meteoriti, etc. Ma, a differenza  di questi fenomeni , che  hanno avuto  una  evoluzione  lenta , con l’alternanza  di  fasi  calde  e  glaciali, l’odierno riscaldamento globale ha luogo con una velocità che è almeno dieci volte maggiore rispetto al passato. Non sembri sorprendente perciò che un aumento relativamente piccolo possa essere responsabile di così gravi effetti a livello globale. Le Ere Glaciali sono state provocate e si sono succedute nella storia della terra per variazioni della temperatura solo di pochi gradi. La questione è molto allarmante: secondo autorevoli scienziati, se non si pone rapidamente rimedio, entro pochi decenni circa il 75% delle specie viventi scomparirà dalla Terra. L’aspetto più drammatico è che per la prima volta in miliardi di anni, a causare l’anomalo l’aumento della concentrazione di CO2, e quindi della temperatura, è l’essere umano.  Nella comunità scientifica è ormai universalmente accettato che, se non si riducono le emissioni di gas, la temperatura continuerà a crescere progressivamente. In caso contrario si ipotizzano scenari apocalittici già entro la fine del secolo, con lo scioglimento delle calotte polari, la sommersione di terre emerse, modifiche della biodiversità terrestri e marine, migrazioni di animali e di intere popolazioni dal sud al nord del mondo, etc. È noto che tutti i fenomeni metereologici dipendono dalle variazioni di temperatura delle masse d’aria e di acqua degli oceani.  Queste masse sono mobili e le loro complesse interazioni determinano a livello globale sulle terre emerse una serie di fenomeni, dalla siccità alla desertificazione, dalle brezze agli uragani. Gli eventi e le osservazioni scientifiche  più recenti ci dicono che questi fenomeni sono già in atto e la loro  velocità sta aumentando in maniera preoccupante, ma fino a quando non avremo acquisito la consapevolezza che tutti i fenomeni della natura sono collegati tra loro e che l’alterazione dei fragili equilibri che li regolano è alla base di questi drammatici fenomeni, non riusciremo ad affrontare tutti insieme quello che gli scienziati recentemente cominciano a definire come  il rischio della Sesta Estinzione , quello della specie umana , dopo l’ultima, quella dei dinosauri, avvenuta 65 milioni di anni fa. Su un cartello piazzato nella Sala della Biodiversità dell’Università di Stanford è scritto: «portando all’estinzione le altre specie, il genere umano sta recidendo il ramo su cui esso stesso si posa».  Ma, senza arrivare al risultato apocalittico della scomparsa del genere umano, non possiamo ignorare che, ad esempio, la progressiva scomparsa delle farfalle o delle api, e di moltissime altre specie di insetti e di animali terrestri e marini, dimostrano quanto l’estinzione sia in corso ogni minuto che passa e in ogni habitat. Probabilmente molti di noi vivranno abbastanza a lungo per veder scomparire specie animali o insetti che non erano a rischio fino a pochi anni fa e che abbiamo studiato a scuola o visto nei cartoni animati: ma al contrario di tutti gli altri esseri viventi la quantità di esseri umani sulla Terra continua a crescere. E continuando così rischiamo di rimanere soli, una sorte di gran lunga peggiore dell’estinzione.